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Le note di un pianoforte da una finestra lontana e i pensieri, che come piume soffiate dal vento, prendono il volo e si posano gentili sulla sbarra di una scuola di danza. Dove quella stessa musica proveniva da un vecchio mangianastri e piedini rosa si tendevano concentrati in plié, tombé, e piroutettes. Perché questo dejà-vu? (e tutto questo francese?) Perché i ricordi sono come"madeleines"(o se preferite torte di mele!): ci rapiscono con i loro profumi! E mai senza motivo. Il mio è che questo week-end esce un film che ha già smosso molte polemiche e nelle sottoscritta un'irrefrenabile attrazione.
"Black Swan", interpretazione di una delle menti più "estreme" del cinema hollywoodiano, monsieur Aronofsky, riporta il pubblico al mondo del tutù come, probabilmente, non si era mai visto. Ammetto che potrei restarne scioccata, (io e gli horror ci scrutiamo sempre da lontano) ma ammetto anche che la prima cosa che ho pensato leggendone le trama (nonché guardando la splendida Natalie) è stata: ecco, questo ci ha davvero preso!
Ben lontano dall'universo Hip-hop (o hip-FLOP) dei tanti "Save the last dance" 1, 2 e anche basta, "Black Swan" mostra finalmente una verità. E come spesso accade alle verità, non sono sempre piacevoli. Da ex ballerina e da attuale silenziosa ancella delle scarpette da punta, provo a immaginare il motivo che ha spinto Aronosfy ha rappresentare il lato "oscuro" di questa splendida disciplina, dove mentre grazia e bellezza irradiano gli spettatori in sala, fantasmi di fatica, sacrificio e invidia, si insinuano tra le increspature del tulle.
Perchè la danza è così: amore e il suo contrario. è lotta al più forte, o se volete, selezione naturale. Sono metri di cotone abilmente nascosti nelle scarpette per sanguinare un pò meno. Sono parole che non vorresti sentire da un insegnante che sembra non averne mai abbastanza. Sono lacrime. Tante, a volte troppe. La danza è la madre e la figlia. é la bimba che dietro le quinte del saggio finale ti chiede di sistemarle i fiorellini nello chignon. é il profumo della pece negli angoli della palestra, il caldo tremore che assale un attimo prima di entrare in scena; sono l'abbraccio delle amiche che hanno pianto con te, quando credevi di non farcela più. é il sudore delle vittoria e il sorriso di una sconfitta presa, per una volta, con ironia.
Potrei andare avanti per dieci pagine, ma chi come me ha avuto l'onore di danzare per diversi anni, sa di cosa parlo.
Se l'assurdo invaderà le scene di questo film vi chiedo se possibile di non soffermarvici troppo. La danza è scuola vita e la vita non è forse un continuo paradosso?
Un solo ultimo consiglio. Se volete ammirare un vero, splendido cigno nero andate sul link di Svetlana Zakharova: un angelo di fuoco, caduto sulla Terra, soltanto per errore.
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