lunedì 27 giugno 2011

Cars2: licenza di ridere

http://www.cineclandestino.it/public/image/2011/2011/6/In%20sala/Cars%202/Cars-2-locandina.jpg


Il giro di chiatarra c'è, i missili e le mitraglie nascoste negli specchietti retrovisori, pure. La missione per salvare il mondo da una terribile minaccia è irrinunciabile, mancherebbe solo Sean Connery in smoking e cravattino, ma al suo posto c'è... Cricchetto!
No amici, non è una barzelletta, ma la nuova scoppiettante spy-avventura dei nostri amici della Route 66. Protagonista (molto sconfusionato e incredulo), proprio il simpatico Carl-Attrezzi, sdentata spalla nonchè migliore amico del sempre un pò troppo arrogantello Saetta Mc Queen. In quest'avventura ai confini di tre splendide città, Tokyo, Londra e un'italianissima Porto Corsa (fusion immaginario tra Porto Fino e Capri) i particolari a quattro ruote si sprecano sullo schermo. Tanto che più d'una volta sarebbe stato necessario un fermo-immagine per coglierne le infinite sfaccettature. Come pluri dettagliati sono anche le new entry del film: dall'affascinante spia dall'onorata carriera Finn Mc Missile, alla giovane e scattante collega Holley Shiftwey; dai parenti di Guido, zio e Mama Topolino (doppiati nientemeno che da Franco Nero e Sophia Loren), per finire con un'auto da Gran Premio molto sbruffoncella (Francesco Bernoulli) e un cattivo tutto da scroprire (altrimenti che spy story sarebbe?)
E Mc Queen vi chiederete? Ecco, se i pro ve li ho presentati, uno dei contro sta nel forzato rallentamento della stella nascente della corse, che da protagonista di Cars uno, si ritrova a guardare l'azione sullo sfondo. E per la precisione, sull'asfalto di una gara automobilistica voluta per sponsorizzare una formula di benzina ecologica. Tematica politically correct che pergiunta si colora di tinte decisamente scure, quando d'un tratto si scopre che l'evento è stato organizzato da "vecchi rottami" allo scopo di far fuori (letteralmente) le "nuove fiamme" dell'industria automobilistica. Scelta un pochino pretenziosa per un pubblico di bambini? Abbastanza.
Le scene d'azione non hanno nulla di meno di una performance alla James Bond e forse il problema di Cars 2 sta proprio nel volere raccontare una storia adulta attraverso gli innocenti specchietti retrovistori di Mc Queen Cricchetto e company. Personaggi che, seppur con una sceneggitura molto più semplice e lineare, avevano ragalato agli spettatori di Cars uno momenti di pura comincità sin dalle primissime apparizioni. Ma che, purtroppo in questo caso, oltre a far ridere poco, si trovano invischiati in un sottotesto di violenza davvero fuori luogo. Senza nulla togliere alla straordinaria maestria di cui i talenti Pixar sono capaci (e ce l'hanno dimostrato anche solo nella scena del WC Giapponese), forse il rombo dei motori ha disperso nell'aria un pò di quella magia Disney senza la quale volare è sempre molto difficile.
Ma, in attesa della prossima fatica dei nostri eroi (dicasi altrimenti Brave), godiamoci senza impegno gli straordinari panorami di Cars 2: perchè, si può anche perdere una corsa, ma dopo anni di successi e meraviglie, nei nostri cuori, il traguardo è stato tagliato da un pezzo!

PS:e siccome anche l'orecchio vuole la sua parte, non perdetevi la colonna sonora... da veri 00Pixar!

giovedì 23 giugno 2011

Piccoli, fragili, frammenti d'amore...


Due giorni fa ho trovato un frammento d'estate sotto la porta di casa. Era solo e tremante. Piccole fessure strette dalla paura mi guardavano appena. Chissà come aveva fatto ad arrivare lì. è stagione, mi dico, chissà quanti come lui saranno precipitati dalle nuvole.
Lo raccolgo con tutta la delicatezza di cui le mie mani sono capaci: lo sento reagire al mio tocco e ho quasi paura che si possa rompere. Lo porto in casa, ma non so davvero dove possa stare un piccolo frammento d'estate. Decido per la cesta del bucato, imbottita di fazzolettini di carta: non sarà molto comoda, ma almeno per questa notte sarà al sicuro. Fino a poco fa si è agitato come una tormenta di grandine, poi, tutt'un tratto, si è fermato. Immobile contro un angolo della cesta, mi dà le spalle. Devo fare qualcosa, chiamare qualcuno, ma il suo corpicino incolla il mio sguardo a lui. Ringrazio lo squillo del cellulare per avermi svegliata da quello stato di ipnosi. é mia madre. Colgo l'occasione dal suono della sua voce e le chiedo consiglio sul da farsi. Mi dice di prendere una siringhina senz'ago e provare a nutrire il piccolo frammento, se non voglio che muoia nella notte. Peccato che non abbia niente di tutto ciò e che quel corpicino stia diventando sempre più rigido. Infilo un guanto di plastica e provo a dargli un poco di pane bagnato, come fossi sua madre. Non credevo che avrei ottenuto qualcosa, ma d'un tratto il corpicino si agita e comincia a mangiare. Va a piccoli intervalli, ma quando lo ripongo nella cesta ho qualche speranza in più di rivederlo sgambettare il mattino seguente. Ed infatti, al mio risveglio corro subito da lui e lo trovo che mi fissa con un luce tutta nuova: la notte più lunga dell'anno è trascorsa e una nuova alba mi osserva come a dirmi "lanciami verso il sole". E di nuovo il dubbio di non poterlo aiutare si impossessa di me. Capisco che un raggio di luce non può vivere rinchiuso in una stanza. Lo raccolgo tra le dita (il suo scalpiccio diventato famigliare) e lo porto nell'unico luogo che conosca in cui si possano curare le stella e i frammenti d'estate.
Quando il volontario ha visto il corpicino mi dice che ha appena una settimana. E che sono arrivata appena in tempo. Le rondini non sono fatte per stare a terra, così come non lo sono i raggi del sole. Mi ringrazia per avergli portato la piccola ed io, con una lacrima pronta a sgattaiolare dove tutti potrebbero vederla, lascio Summer tra le sua braccia. Sicura che ogni qual volta l'estate tornerà a farci visita, saprò che un pezzettino di cielo sta attraversando il mio cuore e chissà, magari un giorno tornerà da me.