venerdì 23 luglio 2010

il dolce torpore della pioggia



Vi è mai capitato di sentirvi in pace col mondo quando fuori piove? Attenzione, non parliamo di una pioggia qualunque. Io ne individuerei tre tipi. C'è quella sottile e delicata, accompagnata quasi sempre dall'afa dei raggi estivi; quella incessante, flemmatica,stanca che ti fa ardentemente desiderare il sole. E infine, quella che preferisco: la chiamerei Pioggia Thè coccole e biscotti. E benchè oggi me la sia beccata quasi tutta rientrando in bicicletta, beh..la adoro.
Mentre sono qui a scrivere è uno di quei pomeriggi, trascorsi tra le autunnali e fatate pagine di Fairy Oak ( grazie Ila per avermelo fatto scoprire!), un plaid ( sono in montagna..quando piove fa freschino) e il brontolare leggero di qualche tuono qua e là. è come una ninna nanna. Così dolce che quando il cielo si apre, profumato di fresco e di luce..per un momento quasi ti dispiace. L'aria rinnovata di frizzantino ti invita ad uscire e allora..addio plaid e benvenute spese che dovevo fare e che ho rimandato fino ad ora! Ma per adesso, in attesa di uscire senza farmi la terza doccia, riprendo il mio libro e mi rituffo sul divano: con il cuore pieno di speranze per un futuro che spero somigli ... allo zucchero caramellato!

FRATELLI DI PINNA!

Ciao tutti! Quest'oggi vi presento un pesciolino molto speciale, nato dalla matita di Miguel e dalla nostra stramplata fantasia! Vi faccio leggere il soggettino, per poi mostrarvi al più presto, il corto animato! Ops scusate dall'acquario mi dicono che non ho presentato il protagonista..il suo nome è...


PUPI!

SOGGETTO.
Pupi è un pesciolino pacifico, che conduce una vita tranquilla nel suo “angolino” di mare.
Un giorno, durante una sana russata, Pupi viene disturbato da un rumore davvero molesto: uno scricchiolio mai sentito prima, ma che basta a interrompere il suo sacro e santo pisolino.
Ormai sveglio, Pupi guarda infastidito verso la fonte dello scricchiolio e lì chi ti trova? Una graziosa pesciolina dagli occhioni stralunati che si muove meccanicamente da destra a sinistra. Tutto sommato sembrerebbe un bell’esemplare, se non fosse per l’ingranaggio che da dietro la sua schiena la fa muovere e per il bastoncino di legno alla quale sta appesa! È evidente che ancora una volta gli umani non hanno proprio capito nulla: già è difficile vivere in un angolino di mare stretto dentro ad una boccia di vetro, se poi ci mettiamo anche i pupazzi beh..è davvero troppo. Forse, pensa Pupi, se potesse parlare le cose sarebbero diverse.

martedì 20 luglio 2010

SE PUOI IMMAGINARLO...PUOI FARLO.


Qualche volta le magie esistono ed io conosco una persona che di passione, magia e cartoni, ha disegnato la sua vita. A questo qualcuno io devo più di quanto possiate immaginare e per ultimo il meraviglioso abito che da oggi vestirà il mio blog. A te, Miguel, dedico queste poche righe, che sono sempre troppo brevi e sottili, per dirti il mio Grazie. Grazie per il tuo sostegno infinito e costante, grazie per la tua professionalità che per me è diventata un modello da seguire, grazie per il tuo amore, grazie per le tue mani che creano polvere magica. Perchè come disse il grande Maestro Walt Disney : se puoi immaginarlo..puoi farlo.
Insieme a te ho iniziato ad amare il cinema, insieme abbiamo scoperto di amare i cartoni animati, le storie di fate, di giocattoli parlanti, di robot innamorati, di macchine da corsa impazzite, e di mostriciattoli della buona notte. E se adesso sono in grado di dire " è questo che voglio fare nella vita", lo devo ad un ragazzo determinato, di talento e con quella buona dose di faccia tosta che poco a poco sto cercando di imitare. Sono orgogliosa di poter lavore con te come scrittrice e ancora di più di poter esserti vicino come Mary, quella buffa testina che ora vedrete qui e che senza di te non sarebbe mai uscita dai suoi pensieri.
Grazie, grazie di cuore, mio splendido creatore di magie...

martedì 13 luglio 2010

.... AND THE CITY


Piccola arringa in difesa di un telefilm.
Premessa : so bene che ci sono molti intolleranti tra le ultime file, quindi,per il vostro bene, eviterò di nominarlo apertamente. Spero tuttavia, che tornando a casa, al mal di pancia da stress si sia sostituito quello da risata. O compatimento. Ok lasciamo perdere.
Trattasi di una serie televisiva della fine degli anni novanta. Trattasi di una serie televisiva quasi totalmente per un pubblico femminile e per la precisione di un pubblico femminile poco impressionabile. Ve lo assicuro, ho conosciuto gente che ne è stata pericolosamente turbata! A parte questo, sì, sono le 4 terribili di New York, dalla vita tanto brillante quanto facile ai black out. Di cui, se vogliamo essere cinici fino in fondo, una incentrata su costosissime scarpe,un'altra sulla carriera no limits, un'altra ancora su un ideale decisamente stereotipato e infiocchettato di vita famigliare, per finire con la migliore, quella dedita al godimento senza scrupoli. Insomma, sempre per essere cinici, 4 odiose snob non proprio nel fiore dell'età. Dove sta la difesa, direte voi? Beh come dicevo poco fa, c'è chi ha fatto di questo stile di vita una Bibbia e spero sinceramente che questi "qualcuno" ritrovino rapidamente il loro Es, io e Super Io. Ma al di là della superficie appuntita e lustrinata di 12 cm e più, strano ma vero questa serie parla di cose..normali. Ve lo dice una che vive rasoterra, perciò potete credermi. Sono stereotipi è vero, almeno per 3 su 4 perchè la più celebre, li incarna più o meno tutti. Ma, ci tengo a sottolineare, non esempi da imitare, ma su cui riflettere. Perchè e qui parlo alle donne ( cinici tappatevi le orecchie) in un angolino di tutte noi ci sono carriera, amore, idecisione, delusione, frustrazione, tagli di capelli consumati dalla rabbia e..serenità. Nessuna credo e spero, sarebbe capace di vivere una vita " alla Carrie Bradshaw", però, chi non ama rimpirsi gli occhi dell'irreale, dell'impossibile? E se ciò include godere per una mezz'oretta di scarpe abbaglianti e abiti eccentrici, senza tirare fuori un euro..tanto meglio no?
Non facciamoci troppe teorie. Io detesto quelli che ricamano sui film come se si fossero scoperti d'un colpo antropologi e sociologi. Consiglio invece di prenderlo per quello che è: intrattenimento. Divertente, rilassante, sciocco e spesso al limite del "politicamente corretto", ma più sano di molti, moltissimi altri svaghi più o meno concessi ( spero afferiate).
E se l'unica controindicazione sulla scatola sarà un'irrefrenabile voglia di chiamare la proria migliore amica e spettegolare tutta la notte, cari uomini potete ancora dormire sonni tranquilli. O quasi!
Attenzione: è un telefim potrebbe indurre dipendenza. Se il problema sussiste consultate la vicina di casa. Sarà messa così anche lei!

lunedì 12 luglio 2010

Toy Story 3: divertitevi un mondo!


Dopo quasi undici anni gli eroi di tutta un'infanzia ritornarno e la Pixar ritira ancora una volta, il premio Capolavoro. A partire da un cortometraggio, che come era stato il tenerissimo Partly cloudy, dimostra che la semplicità è sempre l'arma vincente. Chiaro, semplicità parente della genialità. Perchè per pensare all'incontro tra Giorno e Notte come due buffi omini, animati con la tecnica tradizionale, dentro i quali si scambiano e si sfidano, in tipico stile Pixar, albe e crepuscoli, ,beh si può solo dire: ok, ragazzi, siete grandi.
In quanto scrittrice in via di sviluppo, io amo le storie e credo, con l'infinito rispetto che si debba portare a tali e tanti artisti, che la storia è e resterà sempre la Madre indiscussa della fantasia. Una bella storia ci fa pensare, un bella storia ci porta per mano verso, concedetemelo, L'infinito e Oltre. E dopo quasi undici anni, eccoli là in plastica e cordini, i vecchi Woody e Buzz, e i nuovi Barbie e Ken. In fuga, questa volta, dalle mani e dalla saliva dei bambini dell'asilo! E da un orsetto profumato alla fragola, incattivito con il passare degli anni per colpa..di un abbandono. Fisico, sofferto, reale.Perchè, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, i giocattoli sono vivi. I giocattoli sono gli eterni custodi della nostra infanzia: delle nostre avventure spericolate vissute tra il divano e il tavolo del soggiorno, dei pomeriggi di pioggia sul tappeto e delle giornate sulla spiaggia.
I giocattoli sono consapevoli. Consapevoli del tempo che passa, di quel trascorrere invitabile che prima o poi porterà i loro padroni a crescere e a lasciare i propri beneamini chiusi in una cantina, o peggio, gettati via. Commovente e meravigliosa nella sua crudele semplicità, la scena dei nostri eroi a un passo dalla fornace dell'inceneritore. Tenuti per mano, e consapevoli. Più di quanto non potremo mai essere noi, di fronte alla morte. Forse Toy Story è il film per bambini che più di molti parla agli adulti, o meglio ai ragazzoni. Quelli cresciuti, dell'età di Andy,o un pò di grandi, come la sottoscritta. Che ancora si intrufola al toys center con la scusa di un regalo alla cuginetta, e si incanta di fronte agli espositori. Ma se si può fare uno strappo all'età e portare via una Principessa da collezione, una cosa ahimè l'ho perduta crescendo. Come tutti voi che da piccoli creavate mondi, parole, paesaggi, io che creavo case per le barbie con le boccette di profumo, ora non saprei più farlo. Sono diventata troppo pesante per volare e troppo grande per entrare a Sottomondo. E come una gigantesca Alice mi sforzo di afferrare la teiera del Cappellaio che mi scivola via. Dov'è finita la pozione per rimpicciolire? E mentre penso questo,mi ritrovo già a sognare ad occhi aperti, rivivendo perfino più intensamente, le emozioni che da bambina mi impedivano di spegnere la luce, e andare a dormire.
Ed allora grazie a coloro che si rifiutano di spegnere quella luce, coloro che mai e poi rifiuterebbero un tuffo in un disegno fatto al gessetto. Ma soprattutto grazie a loro, i giocattoli: eterni ed instancabili, maestri di fantasia.

lunedì 5 luglio 2010

Per sognare insieme a voi...


Il Richiamo dell'eroe

















Racconto di un viaggio nella terra degli dei, degli eroi e degli uomini. Sensazioni raccolte tra le pietre che hanno veduto la nascita di leggende immortali, del pensiero,del sogno.
Solcando i mari, che per secoli sono stati complici di battaglie, rapimenti, ritorni gloriosi e sconfitte narrate con dignità, il mito ha preso vita. Non posso dire di conoscere la Grecia, sarebbe una frase falsa e alquanto presuntuosa. Però ne ho respirato l'aria salmastra, la stessa che, mi piace pensare, accompagnò Ulisse a casa, e Achille nella sua avventura veso l'immortalità. E se il solo faro di Itaca basta a far scaturire emozioni, i giganti di pietra hanno fatto il resto.
Olimpia, dove le antiche colonne respirano all'unisono e pieni di speranza, sembra di vederli i corpi di quegli eroi, forgiati nei lunghi mesi che precedevano le olimpiadi, mostrarsi al pubblico nella loro perfezione divina.
E il villaggio di Oia, nell'irrequieta isola vulcanica di Sant'irene, dove il sole si fonde con la pietra e con essa ne riflette lo spendore. Se fosse una leggenda, quelle case sarebbero state splendide fanciulle. I capelli schiariti dal sole, e la pelle appena abbronzata, per la lunga attesa. Attendono silenziose, nel punto più alto della scogliera,l'arrivo del loro guerriero. Gli anni passano le lacrime schiariscono i volti, gli occhi si tingono del mare,e nutriti dai loro sospiri, sbocciano i primi petali. Si tingono del rosa delle loro guance, del rosso delle loro labbra che ormai hanno cessato di sorridere. Ed il Sole, celebre amante, le avrà forse consolate in quei lunghi anni di attesa, rischiarando i volti sofferti. Chissà se è andata così...
E ancora Atene, imponente e maestosa, nata dal piede di Atena, e protetta dalle acque di Poseidone. Qui, tra colonne grandi come querce secolari e oliveti sterminati, il pensiero dell'uomo ha raggiunto l'apice. Qui Fidia dava il volto al padre degli dei, qui Socrate e Platone si inchinavano al Regno delle Idee, qui venivano sacrificate vergini, qui si consumava l'amore più profondo: quello con la Sapienza.
E di fronte a tutto questo solo noi. Ituristi. Più o meno degni, più o meno consapevoli, più o meno svogliati. Piccoli, inifinatamente piccoli di fronte al Passato.
Ho trovato una nuova terra da amare ma di cui forse sarò solo una piccola figlia adottiva. Ma se non è solo il sangue a creare un legame, chiuderò gli occhi e restarò in silenzio. E come mi suggerì una saggia e piacevolissia guida,lasciarò che l'immensità dell'universo mi venga incontro, pronta a coglierne ogni sospiro, pronta anche a qualche pericolo, sull'esempio di Ulisse, con il canto delle Sirene.