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Dopo quasi undici anni gli eroi di tutta un'infanzia ritornarno e la Pixar ritira ancora una volta, il premio Capolavoro. A partire da un cortometraggio, che come era stato il tenerissimo Partly cloudy, dimostra che la semplicità è sempre l'arma vincente. Chiaro, semplicità parente della genialità. Perchè per pensare all'incontro tra Giorno e Notte come due buffi omini, animati con la tecnica tradizionale, dentro i quali si scambiano e si sfidano, in tipico stile Pixar, albe e crepuscoli, ,beh si può solo dire: ok, ragazzi, siete grandi.
In quanto scrittrice in via di sviluppo, io amo le storie e credo, con l'infinito rispetto che si debba portare a tali e tanti artisti, che la storia è e resterà sempre la Madre indiscussa della fantasia. Una bella storia ci fa pensare, un bella storia ci porta per mano verso, concedetemelo, L'infinito e Oltre. E dopo quasi undici anni, eccoli là in plastica e cordini, i vecchi Woody e Buzz, e i nuovi Barbie e Ken. In fuga, questa volta, dalle mani e dalla saliva dei bambini dell'asilo! E da un orsetto profumato alla fragola, incattivito con il passare degli anni per colpa..di un abbandono. Fisico, sofferto, reale.Perchè, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, i giocattoli sono vivi. I giocattoli sono gli eterni custodi della nostra infanzia: delle nostre avventure spericolate vissute tra il divano e il tavolo del soggiorno, dei pomeriggi di pioggia sul tappeto e delle giornate sulla spiaggia.
I giocattoli sono consapevoli. Consapevoli del tempo che passa, di quel trascorrere invitabile che prima o poi porterà i loro padroni a crescere e a lasciare i propri beneamini chiusi in una cantina, o peggio, gettati via. Commovente e meravigliosa nella sua crudele semplicità, la scena dei nostri eroi a un passo dalla fornace dell'inceneritore. Tenuti per mano, e consapevoli. Più di quanto non potremo mai essere noi, di fronte alla morte. Forse Toy Story è il film per bambini che più di molti parla agli adulti, o meglio ai ragazzoni. Quelli cresciuti, dell'età di Andy,o un pò di grandi, come la sottoscritta. Che ancora si intrufola al toys center con la scusa di un regalo alla cuginetta, e si incanta di fronte agli espositori. Ma se si può fare uno strappo all'età e portare via una Principessa da collezione, una cosa ahimè l'ho perduta crescendo. Come tutti voi che da piccoli creavate mondi, parole, paesaggi, io che creavo case per le barbie con le boccette di profumo, ora non saprei più farlo. Sono diventata troppo pesante per volare e troppo grande per entrare a Sottomondo. E come una gigantesca Alice mi sforzo di afferrare la teiera del Cappellaio che mi scivola via. Dov'è finita la pozione per rimpicciolire? E mentre penso questo,mi ritrovo già a sognare ad occhi aperti, rivivendo perfino più intensamente, le emozioni che da bambina mi impedivano di spegnere la luce, e andare a dormire.
Ed allora grazie a coloro che si rifiutano di spegnere quella luce, coloro che mai e poi rifiuterebbero un tuffo in un disegno fatto al gessetto. Ma soprattutto grazie a loro, i giocattoli: eterni ed instancabili, maestri di fantasia.
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