mercoledì 27 luglio 2011

Aspettando Settembre...

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è la prima volta in ventiquattro anni che a metà Luglio... penso a Settembre! E per la prima volta ci penso senza la radicata antipatia che sorgeva in me quando ne avevo appena dieci e, due settimane dopo la fine della scuola, gli emittenti televisi si divertivano a guastarmi le vacanze trasmettendo pubblicità di zanietti, diari e quaderni.
Sarà senz'altro capitato anche a voi ma, per la sottoscritta, era una vero incubo: mi ricordo a mangiare (o a sbrodolare) il gelato sul divano della casa dei miei nonni, quando ad interrompere i miei cartoni animani spuntava, come un diavoletto dispettoso, l'ennesimo zainetto di Barbie (con l'ennesima Barbie inclusa, unico motivo per cui poi lo desideravo). Per la rabbia ero perfino capace di girarmi dall'altra parte! Come se il mio "non guardarlo in faccia" potesse scacciare lo spettro del nuovo anno scolastico venuto, prima del tempo, a infestarmi le vacanze. (Considerando che, tanto per peggiorare le cose, la pubblicità terminava con il "simpatico" slogan:"WLASCUOLA!" Seeee, ma quando mai?)
Gli spot televisivi, però non erano il mio unico "guastafeste" estivo. Crescendo, (facciamo al liceo) associavo il sopraggiugnere dell'odioso Settembre al cambio vetrina dei negozi. Ai primi maglioni e cappotti lanciavo con lo sguardo il mio anatema: vade-retro! A me costumi e abitini leggeri per l'eternità...
Ma se l'allergia al freddo e uggioso inverno di noi abitanti del Nord Italia è mal comune, è anche vero (e questo m'è valso dalle elementari fino all'univeristà), che al finir di Agosto, quando di sole cielo e mare se n'è avuto a volontà, viene come... un languorino. Tanto forte che il profumo di nuovi diari, zaini alla moda e "bouquet di matite ben temperate" (chi indovina la citazione vince una premio), diventa irresistibile.
Così come, per magia, alla fine d'agosto si abbandonano gli shorts e si recuperano i jeans (che per tutta l'estate le tue gambe hanno rifiutato categoricamente).
Anche se d'estate vorremmo rallentare il tempo fino quasi a congelarlo in un ghiacciolo alla menta, qualche volta bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Ed ammettere che Settembre ha il suo fasciano. Perché, nonostante il calendario voglia Gennaio come primo mese dell'anno (e vi parla una che nasce all'alba di Gennaio), a mio parere, è Settembre il vero mese della rinascita. Fateci caso. Settembre è il mese in cui si torna in città belli e freschi come divi di Hollywood (a Gennaio, semmai si torna gonfi e glassati come i canditi di un panettone...).
è il mese in cui la primavera torna a far capolino, quasi per magia, mescolata ai caldi colori dell'autunno: l'aria sa di caramella e l'afa dei giorni estivi ha lasciato il posto al tiepido venticello che carezza i fidanzati nell'attesa del fatidico di "Sì".
Settembre è il mese in cui si spuntano i capelli o si sfoggiano naturali "colpi di sole". è il mese dei nuovi amori, degli sms con le amiche conosciute in spiaggia, e delle corse a rincotrarsi, con quelle lasciate sui banchi di scuola. è il mese in cui, dopo un periodo più o meno lungo di non vedersi, si ha quasi la sensazione di incontrarsi per la prima volta.
Perché a Settembre possiamo essere quello che vogliamo.
A Settembre guardiamo il nuovo anno in faccia e gli gridiamo: "Eccomi, sono qui. Sono pronta a tutto."
Ora, vi starete chiedendo: perché questa pazza si mette a lodare Settembre, quando per molti di noi le ferie devono ancora cominciare? Bè, come darvi torto...
Ma, per favore, non prendetemi come "lo zainetto di Barbie" della situazione. Consideratelo, invece, un motivo in più per vivere con serenità questi ultimi giorni sotto le luci al neon dei vostri uffici. Consapevoli che se vi godrete ogni goccia d'estate, a Settembre dovrete soltanto lasciarvi il tempo di sbocciare. Affascinando i vostri amici, come bellissimi fiori d'autunno.

lunedì 27 giugno 2011

Cars2: licenza di ridere

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Il giro di chiatarra c'è, i missili e le mitraglie nascoste negli specchietti retrovisori, pure. La missione per salvare il mondo da una terribile minaccia è irrinunciabile, mancherebbe solo Sean Connery in smoking e cravattino, ma al suo posto c'è... Cricchetto!
No amici, non è una barzelletta, ma la nuova scoppiettante spy-avventura dei nostri amici della Route 66. Protagonista (molto sconfusionato e incredulo), proprio il simpatico Carl-Attrezzi, sdentata spalla nonchè migliore amico del sempre un pò troppo arrogantello Saetta Mc Queen. In quest'avventura ai confini di tre splendide città, Tokyo, Londra e un'italianissima Porto Corsa (fusion immaginario tra Porto Fino e Capri) i particolari a quattro ruote si sprecano sullo schermo. Tanto che più d'una volta sarebbe stato necessario un fermo-immagine per coglierne le infinite sfaccettature. Come pluri dettagliati sono anche le new entry del film: dall'affascinante spia dall'onorata carriera Finn Mc Missile, alla giovane e scattante collega Holley Shiftwey; dai parenti di Guido, zio e Mama Topolino (doppiati nientemeno che da Franco Nero e Sophia Loren), per finire con un'auto da Gran Premio molto sbruffoncella (Francesco Bernoulli) e un cattivo tutto da scroprire (altrimenti che spy story sarebbe?)
E Mc Queen vi chiederete? Ecco, se i pro ve li ho presentati, uno dei contro sta nel forzato rallentamento della stella nascente della corse, che da protagonista di Cars uno, si ritrova a guardare l'azione sullo sfondo. E per la precisione, sull'asfalto di una gara automobilistica voluta per sponsorizzare una formula di benzina ecologica. Tematica politically correct che pergiunta si colora di tinte decisamente scure, quando d'un tratto si scopre che l'evento è stato organizzato da "vecchi rottami" allo scopo di far fuori (letteralmente) le "nuove fiamme" dell'industria automobilistica. Scelta un pochino pretenziosa per un pubblico di bambini? Abbastanza.
Le scene d'azione non hanno nulla di meno di una performance alla James Bond e forse il problema di Cars 2 sta proprio nel volere raccontare una storia adulta attraverso gli innocenti specchietti retrovistori di Mc Queen Cricchetto e company. Personaggi che, seppur con una sceneggitura molto più semplice e lineare, avevano ragalato agli spettatori di Cars uno momenti di pura comincità sin dalle primissime apparizioni. Ma che, purtroppo in questo caso, oltre a far ridere poco, si trovano invischiati in un sottotesto di violenza davvero fuori luogo. Senza nulla togliere alla straordinaria maestria di cui i talenti Pixar sono capaci (e ce l'hanno dimostrato anche solo nella scena del WC Giapponese), forse il rombo dei motori ha disperso nell'aria un pò di quella magia Disney senza la quale volare è sempre molto difficile.
Ma, in attesa della prossima fatica dei nostri eroi (dicasi altrimenti Brave), godiamoci senza impegno gli straordinari panorami di Cars 2: perchè, si può anche perdere una corsa, ma dopo anni di successi e meraviglie, nei nostri cuori, il traguardo è stato tagliato da un pezzo!

PS:e siccome anche l'orecchio vuole la sua parte, non perdetevi la colonna sonora... da veri 00Pixar!

giovedì 23 giugno 2011

Piccoli, fragili, frammenti d'amore...


Due giorni fa ho trovato un frammento d'estate sotto la porta di casa. Era solo e tremante. Piccole fessure strette dalla paura mi guardavano appena. Chissà come aveva fatto ad arrivare lì. è stagione, mi dico, chissà quanti come lui saranno precipitati dalle nuvole.
Lo raccolgo con tutta la delicatezza di cui le mie mani sono capaci: lo sento reagire al mio tocco e ho quasi paura che si possa rompere. Lo porto in casa, ma non so davvero dove possa stare un piccolo frammento d'estate. Decido per la cesta del bucato, imbottita di fazzolettini di carta: non sarà molto comoda, ma almeno per questa notte sarà al sicuro. Fino a poco fa si è agitato come una tormenta di grandine, poi, tutt'un tratto, si è fermato. Immobile contro un angolo della cesta, mi dà le spalle. Devo fare qualcosa, chiamare qualcuno, ma il suo corpicino incolla il mio sguardo a lui. Ringrazio lo squillo del cellulare per avermi svegliata da quello stato di ipnosi. é mia madre. Colgo l'occasione dal suono della sua voce e le chiedo consiglio sul da farsi. Mi dice di prendere una siringhina senz'ago e provare a nutrire il piccolo frammento, se non voglio che muoia nella notte. Peccato che non abbia niente di tutto ciò e che quel corpicino stia diventando sempre più rigido. Infilo un guanto di plastica e provo a dargli un poco di pane bagnato, come fossi sua madre. Non credevo che avrei ottenuto qualcosa, ma d'un tratto il corpicino si agita e comincia a mangiare. Va a piccoli intervalli, ma quando lo ripongo nella cesta ho qualche speranza in più di rivederlo sgambettare il mattino seguente. Ed infatti, al mio risveglio corro subito da lui e lo trovo che mi fissa con un luce tutta nuova: la notte più lunga dell'anno è trascorsa e una nuova alba mi osserva come a dirmi "lanciami verso il sole". E di nuovo il dubbio di non poterlo aiutare si impossessa di me. Capisco che un raggio di luce non può vivere rinchiuso in una stanza. Lo raccolgo tra le dita (il suo scalpiccio diventato famigliare) e lo porto nell'unico luogo che conosca in cui si possano curare le stella e i frammenti d'estate.
Quando il volontario ha visto il corpicino mi dice che ha appena una settimana. E che sono arrivata appena in tempo. Le rondini non sono fatte per stare a terra, così come non lo sono i raggi del sole. Mi ringrazia per avergli portato la piccola ed io, con una lacrima pronta a sgattaiolare dove tutti potrebbero vederla, lascio Summer tra le sua braccia. Sicura che ogni qual volta l'estate tornerà a farci visita, saprò che un pezzettino di cielo sta attraversando il mio cuore e chissà, magari un giorno tornerà da me.

lunedì 16 maggio 2011

Chi di arancia ferisce, di arancia perisce!

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Si avvicina l'estate. Si avvicinano le caldane, i pomeriggi spalmati sul pavimento come balene spiaggiate alla ricerca di un pò di refrigerio e per chi ha la fortuna di partire presto per il mare... si avvicina il calvario!
Dicasi questo post, una presa di posizione anarchica e ironica a coloro che di questi tempi ci scassano l'anima con il beato slogan " Sei pronta per la prova costume?"
Esempio di risposta numero uno: tu sei pronto per un salto carpiato dal diciottesimo piano di casa mia?
Esempio di risposta numero due: ma, sai, lavoro 12 ore al giorno, se mangio solo cerali prima o poi mi vengono a prendere con il muletto, se mi spalmo di fango l'interno coscia mi parte una reazione allergica che finisco in pronto soccorso, se uso la pedana vibrante mi frego quegli unici due neuroni che hanno resistito al gelo dell'inverno... E poi quest'anno ho optato per una vacanza ecologica sotto il sole della Groenlandia!
L'indagato lo conosciamo tutti: il nome di battesimo è "induttore a bisogni futili", ma per gli amici è il "bastardo pubblcitario". Molesto e indigesto si serve di tutti i supporti possibili immaginabili per infestare la nostra quiete: pagine di riviste con cosce, glutei, seni, ginocchi, pance, polpacci e tutto ciò di anatomicamente visibile; spot televisivi con cosce, glutei, seni, pance e tutto ciò ciò di anatomicamente invisibile. Cartelloni sull'autostrada (che peraltro fanno uscire dalla carreggiata i poveri maschietti) di cosce, glutei, seni e tutto ciò di anatomicamente...impossibile!
Insomma, un vero e proprio team di menti diaboliche specializzate non solo a farti sentire costantemente mestrauta, gonfia e con le ascelle sempre sudate, ma che conseguentemente ai loro geniali slogan, inducono innocenti commesse a farti sentire (a loro volta), piena di "buchi" e flacciditume. Come mi capitò qualche giorno fa, quando entrai, ingnara e contenta, in una profumeria. Nota bene: gli specchi delle profumerie e della Coin (coloro che ne hanno una vicino casa sanno cosa intendo), sono tarati per farti sentire sempre e inevitabilmente come una detenuta, uscita per grazia da un carcere di massima sicurezza. Per intenderci, è come quando si deve rinnovare la fototessara dalla patente: che ci si sia lavati la faccia un tubetto di fard, o ci si sia sottoposti ad una costosissima seduta di trucco da 5 ore, il risultato post chemio è sempre lo stesso. Idem, quando vai in profumeria e innocente come una Dorothy del Mago di OZ, chiedi alla comemssa una stupida cremina idratante. E questa, stranamente impermeabile alla tonalità verdastra che i faretti al neon stampano sulla faccia (ma piuttosto illumata d'immenso), ti viene incontro dicendo: "Guarda, ma sei sicura? Hai la pelle molto unta, i pori dilatati, i punti neri sulla zona T, il colorito spento..." E mentre lei ti insulta dall'alto della sua camicetta senza ombra di fondotinta sul colletto, tu stai già pensando come sia possibile tutto ciò visto che, quando sei uscita di casa stamattina, non sembravi un Emmethal e che forse, a questo punto, sia meglio mollare la commessa e correre sotto un camion. Ma al peggio non c'è mai fine. Soprattutto in profumeria. "Ah, guarda ecco qui. La nuova linea Anti-Age della Clinique da 80 euro. Tu che tonico usi? (Tu non hai ancora emesso una sillaba, ma continui a pensare al camion) Perchè ci sarebbe il nuovo tonico Anti-age a 50 euro (sei sempre lì che non emetti suono ma sta faccenda dell'anti-age comincia a rimbalzarti fastidiosamente sugli zigomi), prezzo scontanto che se poi lo abbini alla crema occhi Anti-age (e alla bara!) ti facciamo uno sconto del 5% che su una spesa minima di 200euro può poi avvalersi di un deodorante (perchè puzzi!)".
Insomma, carica di creme per signora e di rabbia da vendere a peso (perchè va bene tutto ma a 24 anni almeno l'anti rughe dallo a tua zia!), la sottoscritta ha deciso che la sua faccia se la tiene così com'è, che avrà pure i pori dilatati ma di dilatata ha soprattutto la bocca per mandare a quel paese chi i problemi ha voglia proprio di venderteli. E pure cari!
Ma per finire, è il caso di dirlo, in bellezza, concedetemi un consiglio (totalmente gratis) a ragazze e donne fantastiche di qualche anno più grandi: lasciate le creme e prendete la bici!
Non c'è niente che renda più bella di un sorriso nato contro vento. In tutti i sensi !

domenica 8 maggio 2011

Alle mamme di tutto il mondo...

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Una buffa, stonata, semplice poesia. Per ricordare quanto difficile talvolta sia, essere mamme con figli, mariti e fornelli, senza impazzire, ma sembrando gioielli!


Auguri...
e
grazie...

A chi mamma lo è già e a chi, tra poco, lo sarà.
A chi mamma lo è da un pò e che "quasi, quasi in pensione me ne vò!"
A chi mamma non è potuto diventarlo, ma che di esserlo da sempre, ha sentito di saperlo.
A chi forse non si dice mai all'altezza e a chi invece lo prova con fermezza.
A mamme chiocce o brontolone e a quelle... sempre tenerone!
A mamme precisine e impomatate, o imbranate e spettinate.
A quelle amiche che insieme a te, fanno shopping, capelli e pausa caffè.
A mamme chiodi, viti e martello: con loro all'Ikea è sempre più bello!
A mamme sole, casalinghe 0 lavoratrici: esempio di virtù, fate incantatrici.
A mamme che strillano, sussurrano o canticchiano: leggete i loro cuori, è per voi che scintillano.
Alle mamme i cui abbracci san di latte e cioccolato: di notte sappiate, fanno il cielo zuccherato.
A quegli occhi che se così grandi abbiamo, sono dono di regina che un dì ci ha regalato.

Ed infine alla mia mamma, eterna custode di sogni e pensieri, Grazie di cuore, da questi miei pochi, ma veri.

martedì 3 maggio 2011

Nel nome di Odino.

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Quanti di voi conoscono il mitico personaggio Marvel, Thor? In tantissimi suppongo. Ed immagino altrettanti saranno andati a dare una sbircitiana alla sua versione cinematografica fresca di pellicola e di neo-vincitrice dell'Oscar Natalie Portam. Beh, io sicuro l'ho fatto e, che dire: le divinità ci sono tutte (l'umana Natalie e il dio Chris Hemsworth sarebbero splendidi anche ricoperti di naftalina), la storia accativante pure e gli effetti visivi a rappresentare "divinamente" l'immaginario del pianeta Asgard, anche. Più che un classico Marvel a pellicola, Thor richiama atmosfere fantasy, ove le cavalleresche gesta di un neo "Orlando furioso", rispettano senza sbavature le regole della buona sceneggiatura. E gli elementi per affezionarci al destino dei protagonisti ci sono tutti: il sempre straordinario Anthony Hopkins nelle vesti di Odino, un primo Thor arrongante e "sborone" esiliato da Asgard per aver strafatto contro la minaccia dei giganti blu, il fratellastro Loki che da bravo "Caino" cerca di portar acqua e corona al suo mulino e la giovane e coraggiosa ricercatrice Jane, futura redentrice nonchè amata del bel super-dio. Piacevoli intermezzi ironici condiscono il tutto, riportando dei e antidei sempre più con i piedi per terra!
In attesa della mitica riunione con i parenti Avangers, consiglio vivamente la visione di un film che ha tutte le carte per entrare nel cuore di gentil donzelle e, perchè no, aspiranti divinità.

giovedì 28 aprile 2011

Cappuccetto rosso... pomodoro!

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La storia è la celebre dei fratelli Grimm: una ragazzina dalla rossa mantella attraversa il bosco per andare a a trovare la Nonna e incappa...nel Lupo! Il film è diretto dalla un pò meno celebre, ma pur sempre brava, Catherine Hardwicke regista di Thirteen, Nativity e nientemeno, Twilight. Il libro, tratto dal film, è la trasposizione letteraria della sceneggiatura e, a parte quelche passo più corto della gamba, rende (o quanto meno ci prova) l'atmosfera della fiaba in versione dark. O meglio... grigiolina. Perchè di dark qui c'è solo la faccia che faranno gli spettatori dopo aver visto l'ennesima versione paciugata de "La Bella e la Bestia" con finale, per l'appunto, decisiamente annebbiato. Ma andiamo con ordine. Siamo in un villaggio dall'epoca non precisata, ma dagli usi e costumi decisamente medievaleggianti, dove le ragazze in giovane età da marito sono un pochetto tutte oche, tranne una (chi sarà mai?), meno aggraziata della ben più femminile sorella maggiore, ma con quel fascino trascurato che la rende splendida (il mistero vi sta consumendo vero?); maschiaccia dagli occhi grigio perla tendenti al verdie che nessuno ha nel medioevo (e neppure oggi), e che (vero colpo di scena) è l'insana attrazione del Lupo e l'amore non troppo segreto dell'artigiano più figo del villaggio. Figo, ma umilissimo, con propensione alla santità, ricco, che tutte vorrebbero per sè, ma che perde la testa per l'unica che non se lo fila. Sveliamo il primo altarino: la bella e verginale fanciulla è Valerie, la protagonista. Sveliamo il secondo altarino: è contesa da due bellissimi (cosa vi ricorda? Aiutino: uno è palliduccio, l'altro è palestrato). Il primo, l'abbiamo già detto è una sorta di S. Francesco dai bicipiti d'acciaio, il secondo è un altrettanto bellissimo ma più bello ancora perchè maledetto da tutto il villaggio (il chè è una cosa nuova) e che sparisce sempre quando il Lupo si palesa (il chè è del tutto inaspettato). Sveliamo il terzo alterino: la cifra dark è data dal fatto che siamo in epoca di caccia alle streghe e una ragazza che gira ammantata di rosso sgargiante non è proprio ben vista. Tanto più se quest'ultima riesce (solo lei?!) a parlare con il temibile Lupo che le giura di continuare a spargere sangue nel villaggio se lei non scapperà con lui...
Ciliegina sulla torta, la Nonna è una non meglio specificata sciamana dei boschi che regala a Valerie, senza nessun perchè, il benedetto mantello rosso. Ora, vi starete chiedendo: di cosa parla questo film? Io, per bene, non l'ho capito anche perchè alla fine del romanzo in cui si dovrebbe svelare chi sia il "Lupo mangia frutta" del villaggio e porre fine alle sofferenze del lettore, emerge una simpatica frasetta che cita "per leggere il capitolo segreto vai sul sito www.mondadori...blabla". Sembra una vignetta di Stefano Disegni...
Conclusione di sangue gente ce n'è ben poco, semmai c'è tanto sugo poco cotto che tralaltro lascia un certo amarino in bocca.

venerdì 25 marzo 2011

Piccolo vademecum della batosta


Che sia lavorativa, sentimentale, amichevole o fraterna, la batosta è sempre la batosta. Cause multiple, stessa conseguenza. Soprattutto se ti arriva tra capo e collo (quella che non ti aspetti per essere chiari). E siccome arriva per l'appunto, quando meno te l'aspetti, il male minore è cercare di fare rimarginare più in fretta possibile la ferita. Come? é vero, esistono le 5 fasi del lutto (dolore, rabbia, rassegnazione...) ma non voglio essere così tragica! L'ironia è sempre l'arma vincente, convinti? Ok, partiamo.
Anzitutto è chiaro, dopo una delusione si tende ad assumere un atteggiamento che io definirei "mummia incazzosa"(perdonate il francese) ed in parole povere funziona così: si rimane immobili da qualche parte, seduti sul divano a fissare il muro (la mia preferita, soprattutto se ci aggiungiamo il plaid sopra la testa), o su una panchina (romantico, ma fa un pò "non ho uno scopo nella vita" e questo è sempre da evitare), e un classico, sul letto, possibilmente con qualcosa di mooolto dolce e calorico da sgranicchiare. E fin qua, clichè. Il vero problema della mummia incazzosa è che quando qualcuno prova a consolarla, o giammai a dirle "dai, non è la fine del mondo", si viene aggrediti con una tale carico d'ira e d'astio, che se solo avesse usato metà di quella stessa grinta quando davvero doveva farlo, adesso userebbe l'onda dello tsunami come risciacquo dello shampoo. Come dire, la forze ce l'abbiamo tutti, se solo imparassimo a dosarla...
Ma tornaimo alla batosta. O alla mummia. Restate mummificati così per un pomeriggio, di più non v'è concesso (insomma, quanta soddisfazione volete dare agli artefici della batosta?), dopodichè andate in bagno, fatevi una doccia, vedetevi strafighi o strafighe e uscite di casa e se siete ragazze... shopping! Se siete ragazzi pure, perchè fa bene ad entrambi. Magari con un amico, quello che vi fa ridere per ogni piccione che passa e con il quale potete sfogare tutta, ma dico tutta, la rabbia che avete in corpo. Questa fase si chiama "maledetti voi e tutto l'universo!" Non che sia giusto (non lo è infatti, ma a questo arriveremo nella prossima fase), ma fa stare tantooo bene. Anche in questo caso, prendetevi non più che un pomeriggio: uno, perchè prima o poi la vostra gola vi pregherà di stare in silenzio due, perchè anche il vostro ascoltatore vi pregherà di stare in silenzio e tre, perchè all'idea di ripetere per l'ennesima volta la stessa storia ( lunga, ormai pallosa, non ugualmente piena d'enfasi) non ne potrete più! Quindi, in totale, siamo arrivati ad un massimo di... un giorno tra la fase mummia e la fase odio il mondo.
La fase più difficile, che nel lutto è l'accettanzione, è... sì, sempre l'accettazione! Accettare che la colpa è anche vostra, ma che questo non deve impedirvi di andare avanti (mantenetevi un pò di sana rabbia però, è un colpo di gas fondamentale). Per l'accettare i vostri limiti ci vorrà più di un pomeriggio: ci saranno altre lacrime, altri momenti di crisi e sconforto, ma pian piano sentirete l'assoluto bisogno di andare oltre. Di dire "ok, e adesso? Voglio davvero darla vinta a quello/quelli che mi hanno scartato, offeso, umiliato o, semplicemente, che non hanno saputo apprezzarmi?Non ti senti stufo di farti dire da tutti 'oh poverino quanto mi dispiace'?"Se la risposta è sì, allora ne siete fuori. Un piede alla volta, ma la risalita è cominciata! E se la montagna vi sembra più ripida di prima, ricordatevi che adesso avete dei polpacci da calciatore che vi permetteranno di calciare nel didietro chiunque abbia intenzione di farvi sentire inferiori. Non è facile, ma se ci riuscirete cellulite e sedere moscio saranno soltanto un ricordo!

lunedì 21 marzo 2011

é tempo di rondini...


Caro blog, ti scrivo. Perché nelle ultime settimane il mondo sta andando alla deriva e come spesso mi accade, faccio fatica a non dire la mia. Almeno, in parte. E dato che oggi è il 21 marzo, ne approfitto per coltivare una preghiera, timida, ma sincera, come una forsizia che sfida l'inverno. Vorrei semplicemente che fosse il primo giorno di primavera per tutti, non solo per coloro che, senza volerlo si trovano ad essere "i più fortunati". Primavera non solo per coloro la cui casa non è stata spazzata via da un'onda lunga chilometri, o rasa al suolo dalle "grida" della Terra. Non solo per coloro che hanno la fortuna di non dover girare con una mascherina sul viso, con la paura di toccare il proprio figlio, amico, conoscente. Non solo per coloro i cui cieli sono illuminati da una luna gigantesca e non, come in queste notti, straziati da lampi di terrore; riscaldate poi da un'auto bomba esplosa a quattro passi da casa, mentre si sta andando fuori a gettare la spazzatura. Mentre sono qui a scrivere, mi rendo conto di essere tra quelle persone "fortunate", che possono permettersi il lusso di respirare l'aria e accorgersi che è tempo di spalancare le finestre, di far entrare il sole, spolverare la bicicletta e uscire a cercare il parco più vicino.
Ma, poi... Poi rifletto e sotto lo stesso cielo, sopra la stessa Terra, l'aria sa di polvere e disperazione.
"è tempo di risposte" sembra voler dirci il nostro pianeta. è tempo di capire che non siamo noi i padroni. Se solo non fossero sempre i più deboli a pagare per primi, se solo la Giustizia arrivasse davvero per tutti...
Apro la finestra e scruto il cielo: è tempo di rondini. Da bambina attendevo con ansia il loro arrivo, celebrando con un disegno tremolante il primo stormo della stagione. Quest'anno, osserverò con particolare impazienza e nel battito delle loro ali cercherò di intravedere sorrisi perduti tra terra e mare. Pensando che insieme alle rondini stiano volando verso un orizzonte in cui Primavera sarà sempre. E per sempre.

lunedì 21 febbraio 2011

Il "graffio" del cigno, volume 2.


Avete presente il cinema? Il bel cinema, quello a cui non manca niente? Quello che andrebbe visto e rivisto per coglierne i dettagli, quello che ti incolla alla poltrona e ti fa sentire piccolo come una cimice? Bene, quel cinema é "Black Swan". Un thriller psicologico magistralmente diretto che poco o nulla ha a che fare con horror o simili ( e per questo ringrazio il regista), ma che molto ha a che fare con la vita. Una storia che se non avesse preso spunto dalle fragili e taglienti ali della danza, forse non sarebbe riuscita ad affrontare tante tematiche umane e universali, come quelle che ha trattato. L'amore e la follia, la perfezione ed il caos, l'affetto di una donna e la possessione di una madre. Cigno bianco e cigno nero rappresentati dalle delicate e (mai come in questo film) splendide fattezze di Natalie Portman e dagli occhi segnati d'eyeliner e malizia del suo contrario, Mila Kunis.
Un gioco di specchi in cui passano veloci e precise le ombre di un fantasma incatenato, di una libertà contorta nello spasimo della perfezione che prende vita, infine, sotto le ali macchiate d'inchiostro di un incantevole cigno.
E se di perfezione si deve parlare, perfetta è stata l'interpretazione della Portman, con la quale viviamo come in un sogno la rapida e inevitabile discesa nella parte più buia dell' animo umano. Fino all'atto finale, dove il cigno canterà per noi un'ultima volta.

giovedì 17 febbraio 2011

Il "graffio" del cigno.


Le note di un pianoforte da una finestra lontana e i pensieri, che come piume soffiate dal vento, prendono il volo e si posano gentili sulla sbarra di una scuola di danza. Dove quella stessa musica proveniva da un vecchio mangianastri e piedini rosa si tendevano concentrati in plié, tombé, e piroutettes. Perché questo dejà-vu? (e tutto questo francese?) Perché i ricordi sono come"madeleines"(o se preferite torte di mele!): ci rapiscono con i loro profumi! E mai senza motivo. Il mio è che questo week-end esce un film che ha già smosso molte polemiche e nelle sottoscritta un'irrefrenabile attrazione.
"Black Swan", interpretazione di una delle menti più "estreme" del cinema hollywoodiano, monsieur Aronofsky, riporta il pubblico al mondo del tutù come, probabilmente, non si era mai visto. Ammetto che potrei restarne scioccata, (io e gli horror ci scrutiamo sempre da lontano) ma ammetto anche che la prima cosa che ho pensato leggendone le trama (nonché guardando la splendida Natalie) è stata: ecco, questo ci ha davvero preso!
Ben lontano dall'universo Hip-hop (o hip-FLOP) dei tanti "Save the last dance" 1, 2 e anche basta, "Black Swan" mostra finalmente una verità. E come spesso accade alle verità, non sono sempre piacevoli. Da ex ballerina e da attuale silenziosa ancella delle scarpette da punta, provo a immaginare il motivo che ha spinto Aronosfy ha rappresentare il lato "oscuro" di questa splendida disciplina, dove mentre grazia e bellezza irradiano gli spettatori in sala, fantasmi di fatica, sacrificio e invidia, si insinuano tra le increspature del tulle.
Perchè la danza è così: amore e il suo contrario. è lotta al più forte, o se volete, selezione naturale. Sono metri di cotone abilmente nascosti nelle scarpette per sanguinare un pò meno. Sono parole che non vorresti sentire da un insegnante che sembra non averne mai abbastanza. Sono lacrime. Tante, a volte troppe. La danza è la madre e la figlia. é la bimba che dietro le quinte del saggio finale ti chiede di sistemarle i fiorellini nello chignon. é il profumo della pece negli angoli della palestra, il caldo tremore che assale un attimo prima di entrare in scena; sono l'abbraccio delle amiche che hanno pianto con te, quando credevi di non farcela più. é il sudore delle vittoria e il sorriso di una sconfitta presa, per una volta, con ironia.
Potrei andare avanti per dieci pagine, ma chi come me ha avuto l'onore di danzare per diversi anni, sa di cosa parlo.
Se l'assurdo invaderà le scene di questo film vi chiedo se possibile di non soffermarvici troppo. La danza è scuola vita e la vita non è forse un continuo paradosso?
Un solo ultimo consiglio. Se volete ammirare un vero, splendido cigno nero andate sul link di Svetlana Zakharova: un angelo di fuoco, caduto sulla Terra, soltanto per errore.

venerdì 21 gennaio 2011

Per la serie "viaggiare con la fantasia è sempre low cost": ecco a voi Cleo!


Cleo è una dea egizia. O meglio, una micia. Una micia dal folto e lucido pelo nero e dalla disarmante personalità. Entrata nella vita di Helen nel momento peggiore della sua vita, si rivelerà la cura migliore per il suo cuore ormai in pezzi. La domanda che nasce incontenibile sin dalle prima battute è: può l'amore di una gatta alleviare il dolore per la perdita di una persona cara? Può un invadente scricciolino di pochi mesi posarsi come caldo miele sul cuore straziato di una madre? Senza contare che la persona in questione non si considerava per niente "tipo da gatti"? La risposta signori è sì. Perchè, per parafrasare l'autrice: non è la famiglia che sceglie il gatto, ma l'esatto contrario!
Romanzo delicato e commovente come solo la vita vera può essere, Cleo racconta la realtà di una famiglia: le sue lotte, i suoi dolori, le sue conversioni e le sue rivincite. Ognuna della quali vegliate giorno per giorno da uno speciale angelo custode.

Da svergognatissima amante degli animali, il cucciolo nero stampato sulla copertina di Cleo mi aveva conquistata ancora prima delle sue pagine, ma il mio personale consiglio alla fine della fiera è il seguente: mai giudicare un romanzo dal suo cucciolo. Potrebbe condurvi non solo ad un acquisto impulsivo, ma ad una lettura inesorabilmente e squisitamente avvincente! Caldamente consigliato a chi non si ritene "tipo la libro" e naturalmente a chi pensa che i gattini stiano bene solo sui calendari. Grandi a Due Zampe, attenti a voi!

domenica 16 gennaio 2011

PRIVA DI SOLDI, SEPOLTA DAI SALDI!


Sabato pomeriggio, di un quindici gennaio, di un giorno di saldi. Come ogni povera sventurata con l'armadio pieno e nulla da mettere, mi aggiro piena di malato entusiasmo per le vetrine abbigliate a Saldo del centro di Milano. E già lì la domanda sorge spontenea: vai a Milano di sabato pomeriggio e non compri niente? Lascio cadere la retorica risposta.
Ma ho il mio obiettivo: cuffia e guanti. In sei ore dovrei riuscire a munirmi di questi due semplici capi, considerando che ogni anno riesco a riempirli di buchi, disperdeli sugli autobus, treni o smaterializzarli con la forza del pensiero... Ora prima di confessare l'ovvio, un dettaglio a mia difesa: la via "dello shopping" era tempestata di manichini al neon di H&M che, esattamente come nel frivolissimo "I love shopping", sembravano aver preso vita! Ma vedete, il problema vero non sta nelle vetrine più o meno strapiene di roba del tutto inutile e immediatamente indispensabile, ma in quelle semplici 5 lettere che messe insieme scatenano nel cervello di noi donne un irrefrenabile bisogno di fare del bene...a noi stesse. Chiamasi SALDI, acronimo di SALASSO ANNUALE LIQUIDI D'INVERNO! Perchè sembra che ti facciano questi graaandi sconti, ma la verià è che nel momento stesso in cui leggi la parolina magica... chissenefrega sei hai risparmiato due centesini, quel bracciale numero 200 che si sei presa era splendido ed era..in SALDO!!
E per vantarti dei tuoi acquisti scontatissimi affronti il casino, no mi correggo, l'invasione di liceali, zie, nonne, mamme, figlie, cani, gatti, canarini, che come pervasi da una forza misteriosa si gettano volontariamente in camerini assolutamente privi d'ossigeno, sepolte vive di roba.
Come faccio a saperlo? Ok , giuro non lo farò mai più, ho quesi rischiato l'asfissia, la prossima volta mi metto la maglia davanti al giaccone provando la misura della maniche come faceva mia madre: se ti arrivano al gomito è piccola, se abbonda tanto si ristringe. Opta per quella!
Sudata come un lottatore di lotta greco- romana (provate a rimettervi maglione, cappotto e sciarpa in 30°di corpi convulsi e aria condizionata in tilt) fuggo dal ginepraio con il mio bel sacchettino. E indovinate un pò? La mia cuffia è ancora dispersa da qualche parte (dal resto, lo sappiano, le cuffie sono capi inaffidabili). Vuoi mettere con un bella felpa da 60 euro, scontata di due? Quelle sì che son soddisfazioni!!!

domenica 9 gennaio 2011

L'ora di ricominciare


Nove gennaio. Ci risiamo. Passati i giorni di feste come scintillanti stelle comete sopra le nostre teste, siamo costretti a guardarci di nuovo i piedi per non inciampare! Non so voi, ma alla sottoscritta la fine del Natale ha sempre provocato una non troppo sottile malinconia. Come se dovessi salutare un caro amico che per altri undici mesi non rivedrò più. é un pò infantile lo so, ma tutte quelle lucine dorate appese come raggi di sole ai tetti delle nostre case...non sarebbe bello averle sempre accanto, simili a lampadine notturne da tenere in camera quando il buio è troppo...buio? Certo, come insegna un delizioso corto metraggio della Walt Disney ( torno sempre lì..) con Qui, Quo e Qua alle prese con un giorno di Natale che non finisce mai, se davvero vivessimo sempre tra panettoni e vischio beh, uno saremmo grassi come cicogne e due non apprezzeremmo più la gioia delle più magica delle notti. Ed è perciò un bene che ad un certo punto il mio fidanzato mi costringa a disfare l'albero (con tutta calma naturalmente).
Per molti il fastidiosissimo giorno del "rientro" è già passato, per la sottoscritta e immagino per coloro che ancora non hanno scoperto scoperto la formula per riavvolgere il tempo, la sveglia suonerà domani. Simpatica come un cerotto aggrappato alla crosta. Mi rivedo ragazzina quando sospiravo sul divano pensando: "eccoci, domani ricomincia la scuola, i compiti, le verifiche i compagni...aiuto!!" E nonstante trucco e parrucco con il quale mi sforzo di dimostrare la maturità dei miei 24 anni ( aspetta e spera), so benissimo di essere ancora quella ragazzina. Con l'unica differenza che i compiti si chiamano lavoro, email e speranze e la compagna con la quale è sempre più dura convivere...sono io! Ma ho i miei assi nella manica e presto ve li svelerò. Intanto vorrei presentarvi la cagnetta nella foto. Si chiama Lilly, vive con me da tredici anni e ancora la invidio per la sua beata gioia nel dormire. Ancora cinque minuti sembra volermi dire. Cara Lillina mia, sono desolata..è proprio ora di ripartire!

mercoledì 5 gennaio 2011

A tutti quelli a cui ancora non ho augurato " Buon Anno"


Stappato lo champagne, appeso il vischio alla porta, divorati i dodici grani d'uva fortunati prima dello scoccare della mezzanotte, eccoci qua, da cinque giorni, graditi ospiti del nuovo anno. E tra rimpianti e malinconie per le vacanze che stanno volando via, ci si ritrova sazi e un poco spaventati di fronte ad altri misteriosi dodici mesi. C'è chi ha consultato certosino ogni singolo oroscopo pubblicato ( confesso, un occhio l'ho buttato anche io ) trovando fastidiose invasioni di Saturno, saltuarie visite di Venere che fa l'occhiolino e scappa con Giove (veterano cornificatore di tutti gli astri messi insieme) e tra previsioni catastrifiche o decisamente troppo generose di sesso, soldi e salute, c'è solo una cosa da dire: "speriamo che il nuovo anno faccia un pò meno schifo di quello passato!!" ( pater docet). Io non so voi, ma preferisco non sapere. Mi auguro e vi auguro solamente di essere sereni, di avere un pò più di fiducia in sè stessi, di essere "generosi nell'ascolto e lenti nella parola". Di avere la pazienza di attendere i giusti tempi, e per chi invece ha la fortuna di non dover più aspettare, di cogliere l'attimo! Probabilmente, Dio volendo, tra dodici mesi saremo ancora tutti qui a dire le stesse cose, ma con la speranza che almeno la metà dei nostri sogni si siano trasformati in scarpette di cristallo infrangibile, con le quali camminare a grandi falcate verso la nostra vita. Gettando via gli oroscopi , sicuri che ciò di cui abbiamo bisogno ce l'abbiamo già. Oggi, domani e per sempre.